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La Cyber Threat Intelligence nel Dark Web

La Cyber Threat Intelligence nel Dark Web

La Cyber Threat Intelligence nel Dark Web: un’arma a doppio taglio

La cybersecurity è un tema cruciale nel mondo digitale odierno. Il Dark Web, un ambiente intenzionalmente anonimizzato, rappresenta una sfida significativa per la sicurezza informatica. Le operazioni di intelligence nel Dark Web, note come Dark Web Threat Intelligence (DWTI), sono fondamentali per identificare e analizzare le minacce, ma possono anche rappresentare un rischio penale.

Il Legittimo Interesse e la protezione dei dati personali

La base giuridica per il trattamento dei dati personali nel Dark Web è il Legittimo Interesse, sancito dall’Articolo 6 del Regolamento Europeo Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). Tuttavia, il Legittimo Interesse non costituisce una delega in bianco e richiede una valutazione attenta dei diritti e delle libertà fondamentali degli interessati. La raccolta di dati personali comuni nel Dark Web può essere giustificata solo se è strettamente necessaria e non ci sono alternative meno invasive.

Il rischio penale e la Ricettazione

La minaccia più insidiosa per l’operatore CTI privato che si avventura nel Dark Web è il rischio penale. La fattispecie di Ricettazione (Articolo 648 c.p.) può configurarsi quando un operatore raccoglie, acquisisce o possiede dati sapendo che provengono da un delitto. La finalità di difesa proattiva non è un’esimente penale per il reato di Ricettazione. Pertanto, l’attività CTI deve essere rigorosamente passiva, evitando ogni interazione attiva, acquisto o scambio con gli threat actors.

La difesa intelligente e la minimizzazione dei dati

La difesa deve essere intelligente e dinamica. Il Garante Privacy richiede una difesa tecnologicamente avanzata, con sistemi di monitoraggio proattivi (SOC/SIEM) che garantiscano l’arricchimento immediato dei dati e il blocco degli attacchi. La sostenibilità legale della cyber defense risiede pertanto in una meticolosa accountability, con l’immediata minimizzazione e anonimizzazione dei dati sensibili. fondamentale documentare ogni fase del monitoring per dimostrare in modo inequivocabile che non si è mai superato il confine sottile tra la legittima difesa tecnica e l’illecito di Ricettazione digitale.

 

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