Il primo sito web della storia è stato lanciato nel 1991 da Tim Berners-Lee e si chiamava info.cern.ch
La nascita del World Wide Web
Il 20 dicembre 1990, al CERN di Ginevra, Tim Berners-Lee creò il primo sito web della storia, info.cern.ch. Questo progetto ambizioso aveva l’obiettivo di aiutare gli scienziati a condividere informazioni e facilitare la comunicazione tra ricercatori di tutto il mondo. Inizialmente, solo gli addetti ai lavori del CERN potevano accedere al sito, ma successivamente fu aperto al grande pubblico il 6 agosto 1991.
Le tecnologie alla base del Web
La proposta di Berners-Lee partiva da un’idea semplice: collegare documenti distribuiti su computer diversi attraverso una rete di rimandi ipertestuali. Questa visione prese forma concreta grazie allo sviluppo di tre elementi fondamentali: l’HTML, un linguaggio di markup per strutturare i contenuti testuali; l’URL, un sistema di indirizzamento univoco per identificare le risorse disponibili sul Web; e il protocollo HTTP, incaricato di gestire lo scambio di informazioni tra il computer dell’utente e il server che ospitava i contenuti.
La diffusione del Web
Per alcuni anni, il Web rimase uno strumento utilizzato prevalentemente da fisici e ricercatori. Tuttavia, il 30 aprile 1993, il CERN decise di rendere il World Wide Web una tecnologia di pubblico dominio, rinunciando a qualsiasi diritto di exploit commerciale. Questa scelta favorì la diffusione libera degli standard e consentì al Web di diventare un ambiente più accessibile e visivamente coinvolgente. Oggi, il Web conta miliardi di pagine e centinaia di milioni di domini, e le sue origini restano legate a quell’insieme di documenti essenziali pubblicati al CERN.
La “Mother of All Demos”
Le fondamenta concettuali del World Wide Web affondano le radici ben prima del lavoro di Tim Berners-Lee al CERN. Un passaggio chiave risale al 9 dicembre 1968, quando Douglas Engelbart presentò a San Francisco la celebre “Mother of All Demos”. In quella dimostrazione pubblica, Engelbart mostrò una visione dell’informatica radicalmente nuova, incentrata sull’interazione uomo-macchina e sulla possibilità di usare i computer come strumenti per amplificare l’intelligenza collettiva. Le idee mostrate nella “Mother of All Demos” non erano prodotti finiti, ma visioni operative che aprirono la strada a decenni di lavoro collettivo per essere tradotte in tecnologie concrete, scalabili e utilizzabili su larga scala.












