OWASP ha appena pubblicato la “Top 10 per applicazioni agentiche 2026”, il primo framework di sicurezza dedicato ad agenti AI autonomi. Il documento individua 10 categorie di rischio specifiche per i sistemi AI autonomi.
L’anno scorso è stato un momento determinante per l’adozione dell’AI. L’AI agentiche è passata dalle demo di ricerca agli ambienti di produzione, gestendo email, flussi di lavoro, scrivendo ed eseguendo codice, accedendo a sistemi sensibili. Gli strumenti come Claude Desktop, Amazon Q, GitHub Copilot e numerosi server MCP sono diventati parte integrante dei flussi di lavoro degli sviluppatori.
Il Top 10 di OWASP per applicazioni agentiche
Il framework identifica 10 categorie di rischio specifiche per i sistemi AI autonomi, tra cui:
– ASI01: Agent Goal Hijack
– ASI02: Tool Misuse & Exploitation
– ASI03: Identity & Privilege Abuse
– ASI04: Supply Chain Vulnerabilities
– ASI05: Unexpected Code Execution
– ASI06: Memory & Context Poisoning
– ASI07: Insecure Inter-Agent Communication
– ASI08: Cascading Failures
– ASI09: Human-Agent Trust Exploitation
– ASI10: Rogue Agents
Cosa significa
Il Top 10 di OWASP per applicazioni agentiche dà un nome e una struttura a questi rischi. Ciò è utile perché è così che l’industria costruisce una comprensione condivisa e difese coordinate. Gli attacchi non aspettano i framework. Stanno già accadendo. Se stai distribuendo agenti AI, ecco il riassunto:
– Conosci cosa sta funzionando. Inventaria ogni server MCP, plugin e strumento utilizzato dai tuoi agenti.
– Verifica prima di fidarti. Controlla la provenienza. Preferisci pacchetti firmati da editori noti.
– Limita il raggio d’azione. Privilegi minimi per ogni agente. Nessuna credenziale ampia.
– Controlla il comportamento, non solo il codice. L’analisi statica non coglie gli attacchi runtime. Monitora cosa fanno effettivamente i tuoi agenti.
– Hai un interruttore di sicurezza. Quando qualcosa è compromesso, devi essere in grado di spegnerlo rapidamente.

