Guerra ibrida: perché l’Italia è già sotto attacco (e cosa rischiamo davvero)

Redazione

Nel Paper sul contrasto alla guerra ibrida pubblicato da CybersecItalia (Novembre 2025), emerge uno quadro articolato e approfondito della natura, delle dinamiche e delle contromisure della minaccia ibrida contemporanea — un fenomeno multidimensionale che combina cyberattacchi, disinformazione, coercizione geo-economica e operazioni sotto soglia condotte da attori statuali e non statuali-

 Che cosa si intende per guerra ibrida

Il documento introduce la minaccia ibrida come insieme di azioni coordinare in molteplici domini – diplomatico, economico, informativo, militare e tecnologico – finalizzate a compromettere la sicurezza e la stabilità di uno stato target senza raggiungere la soglia del conflitto armato aperto.

Tra i tratti principali:

  • Difficoltà di attribuzione, favorita da tecniche di “plausible deniability”: gli attori ostili agiscono con modalità difficilmente rintracciabili e facilmente negabili;
  • utilizzo di proxy e attori non statuali (criminali, gruppi terroristici) per mascherare interventi diretti;
  • manipolazione dell’opinione pubblica con campagne di disinformazione e tecnologie avanzate (es. deepfake, microtargeting);
  • sinergia tra cyberattacchi, pressioni economiche e interferenze istituzionali.

 Gli attori principali delle minacce ibride

Il non-paper identifica come principali attori statuali coinvolti in tali pratiche:

  • Russia, con attività di sabotaggio, cyberattacchi e campagne di influenza strategica;
  • Cina, attraverso un approccio multivettoriale che combina leva economica, tecnologica e informativa contro l’UE;
  • Iran, con operazioni indirette tramite proxy regionali e pressioni su snodi marittimi critici;
  • Corea del Nord, impiegando strumenti cibernetici per finanziamento e spionaggio digitale.

 

 Vulnerabilità e domini critici in Italia

Secondo il documento l’Italia presenta vulnerabilità significative in diversi settori vitali che richiedono una protezione integrata:

  • infrastrutture critiche: energia, telecomunicazioni, trasporti, sanità e finanza;
  • ecosistema informativo e democratico: resilienza alla disinformazione e tutela dei processi elettorali;
  • dipendenze strategiche da forniture estere e choke points logistici (es. canale di Suez);
  • ecosistemi digitali nazionali, in particolare la difesa cyber di reti governative e private.

Strategie di risposta e cooperazione internazionale

Cooperazione multilaterale

  • NATO: strumenti condivisi per risposta agli incidenti e rafforzamento della deterrenza;
  • Unione Europea: piena attuazione delle normative NIS2, Cybersecurity Act, Digital Services Act, e altri strumenti regolatori;
  • G7 e alleanze globali: meccanismi di risposta rapida e difesa delle norme internazionali.

Risposta nazionale integrata

  • approccio whole-of-government per aumentare la capacità preventiva e adattiva;
  • creazione di centri nazionali di competenza e capacità analitiche avanzate;
  • alfabetizzazione digitale civica come strumento di resilienza contro la manipolazione delle informazioni.
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