Crosetto: «Italia già in guerra ibrida». Servono 5mila hacker per l’Esercito contro la minaccia russa

Redazione

Il ministro della Difesa Guido Crosetto lancia l’allarme sulla guerra ibrida contro l’Italia, chiedendo la creazione di una vera “arma cyber” con migliaia di specialisti digitali per evitare un rischio di collasso di fronte agli attacchi di Russia e altri attori ostili. Nel suo rapporto alle Camere descrive un conflitto non dichiarato fatto di cyberattacchi, disinformazione e pressioni economiche, e indica in 5.000 “cyber soldati” l’obiettivo minimo per rendere il Paese più resiliente.

Il documento, definito un “non‑paper” strategico, sostiene che Italia ed Europa sono già coinvolte in una guerra non convenzionale fatta di attacchi cibernetici, campagne di disinformazione, pressioni economiche e sabotaggi sotto soglia.

Crosetto parla di “bombe ibride” che colpiscono ogni giorno infrastrutture critiche, istituzioni, media e opinione pubblica, sfruttando la lentezza decisionale e le fragilità delle democrazie occidentali.

Crosetto avverte che nel mirino ci sono banche, ospedali, reti energetiche e servizi pubblici, che potrebbero andare “in tilt” con impatti diretti sulla vita dei cittadini e sulla stabilità economica.

Il progetto di un’Arma Cyber nazionale

Il ministro propone di costituire una vera “Arma Cyber” civile e militare, attiva h24, dedicata al dominio cibernetico, agli ambienti informativo e cognitivo, e capace di condurre operazioni difensive e, se necessario, offensive

Nel rapporto si parla di un potenziamento complessivo degli organici militari nel settore cyber tra 10 e 15 mila unità, indicando però in 5.000 “cyber soldati” la dimensione congrua di una forza matura.

In una fase iniziale l’obiettivo “realistico” sarebbe la creazione di un primo nucleo tra 1.200 e 1.500 addetti, per circa il 75% impiegati in compiti operativi, in linea con quanto già annunciato per l’avvio dell’Arma Cyber nazionale.

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